In molti, al giorno d’oggi, si chiedono se il progressivo sviluppo delle tecnologie di intelligenza artificiale non metta in pericolo alcune figure professionali. Tra queste, troviamo ad esempio quella del traduttore. C’è chi dice che nel giro di pochi anni la figura del traduttore scomparirà, in quanto il suo lavoro potrà essere semplicemente svolto da una macchina. Per estensione, si potrebbe pensare di fare lo stesso anche con la localizzazione di prodotti creativi, come i videogiochi. Ma è veramente così? Scopriamo insieme se sarà mai possibile automatizzare la localizzazione!
Un accenno alla traduzione automatica
La traduzione automatica, in inglese machine translation, è una branca della linguistica computazionale e della scienza della traduzione. È una disciplina che si occupa della traduzione di testi da una lingua naturale ad un’altra mediante degli algoritmi. Nella traduzione automatica il computer traduce senza l’aiuto degli esseri umani.
Questo approccio alla traduzione è molto conveniente, in quanto veloce ed efficiente. Una delle più note applicazioni web basate sulla traduzione automatica è, ad esempio, Google Traduttore. Esso è incentrato su una delle tipologie di traduzione automatica, la traduzione basata su regole. Altri metodi sono la traduzione tramite corpus, la traduzione tramite contesto, la traduzione automatica statistica e la traduzione automatica neurale.
La traduzione automatica per localizzare i videogiochi
Ma adesso ritorniamo alla questione iniziale: è possibile impiegare l’IA per tradurre e localizzare delle opere infuse di creatività come i videogiochi? Sul nostro blog abbiamo parlato a lungo di quanto la localizzazione sia importante per i videogiochi. Il motivo è che questo tipo di opere presenta spesso degli aspetti culturali che richiedono di essere adattati ad un altro pubblico. Un computer non sarebbe in grado di cogliere le sottigliezze culturali presenti nel testo, perciò produrre delle traduzioni di videogiochi completamente automatizzate non è possibile.
È vero che sviluppatori ed editori di videogiochi fanno largo uso di tecniche di traduzione automatica per localizzare i propri prodotti videoludici. Ma questi strumenti costituiscono solo un ausilio al proprio lavoro. Infatti, è necessario che una o più figure professionali supervisionino l’elaborato del software attraverso il controllo di qualità (Quality Assurance). Un computer non riuscirebbe a comprendere i riferimenti culturali o a interpretare correttamente le relazioni tra i segni e il contesto pertinenti alla pragmatica. La lingua è sempre prodotta all’interno di un contesto, dopotutto, e nella traduzione automatica questo non viene preso in considerazione.
Conclusioni
La localizzazione completamente automatizzata è un’idea molto ambiziosa che difficilmente diventerà realtà. Nonostante le IA continuino ad essere istruite al fine di restituire risultati sempre più convincenti, la presenza umana è necessaria a garantire l’accuratezza del testo. La creatività di un traduttore che si occupa della localizzazione è un ingrediente fondamentale per la buona resa dell’opera multimediale interattiva, come dimostrato dalla pratica della transcreation, ad esempio.